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Pietro Sessa, una personalità illustra da riscoprire


La città di Pagani è terra di incredibili personalità che hanno contribuito in maniera rilevante e con coraggio alla Storia, dando lustro al paese. Tra queste illustri personalità vi è senza dubbio Pietro Sessa, giornalista paganese di fama internazionale vissuto all’inizio del secolo scorso. Egli non fu solo un giornalista stimato in tutto il mondo, ma anche un patriota attivo, che contribuì al salvataggio di diverse vite durante il Fascismo. Sono note le sue collaborazioni con giornali italiani ed esteri, per i quali è stato corrispondente da Mosca come “La Tribuna della Stampa”, e “l’Agenzia Stefani”. Fu professore dell’Imperiale Istituto Superiore di Scienze Economiche di Mosca e direttore della Dante Alighieri nella stessa città. Inoltre, fondò e diresse la rivista “L’Economista Italo-Russo”.

Tra il 1918 e il 1919 fu incaricato della cura degli interessi italiani in tutta la Russia, dopo esser stato nominato reggente del Consolato italiano a Mosca. Successivamente fondò la rivista “Affari Esteri”, poi soppressa da Mussolini, e fu direttore responsabile della rivista “Italiani nel mondo”, plurilingue. Esperto in Scienze economiche, insegnò a Mosca e scrisse diverse opere. Fu sempre stimato per il suo lavoro attento, professionale e rigoroso, tenuto come riferimento da personalità internazionali attente alle dinamiche socio-politiche mondiali. Conosciuto anche in America, i suoi articoli furono elogiati dalla stampa internazionale, al punto che Sessa venne considerato come il più oggettivo tra i suoi colleghi giornalisti, corrispondenti dalla Russia. Si pensi che Henderson, Ministro degli Affari Esteri del Gabinetto Mac Donald, disse al giornalista Walter Durantj, che nel suo seguire con molta attenzione la politica sovietica, si basava principalmente sulle cronache di tre giornalisti: Walter Durantj, Paul Scheffer e Pietro Sessa, trovando però quest’ultimo il più obiettivo tra i tre, essendo Durantj troppo filobolscevico e Scheffer troppo antibolscevico.

Negli anni ’30 dopo essere stato accusato di antifascismo, e sottoposto ad inchiesta e sorveglianza, fu radiato dall’Albo dei Giornalisti. Negli anni successivi, però, non si arrese al regime. Pur avendo ottenuto un incarico come redattore del Servizio Mondiale, grazie all’intercessione di alcuni amici antifascisti, diede dopo qualche anno le dimissioni, non accettando la situazione di sospettoa cui era relegato. Iniziò subito dopo un’azione con il Fronte clandestino, adoperandosi per salvare personalità politiche e militari italiane, ma anche ebrei e russi, che secondo alcuni documenti sembra abbia ospitato nella sua casa di Roma. Nel settembre 1943 si iscrisse tra i Volontari della Libertà per l’Azione militare istituita dalla Democrazia del Lavoro, e prese parte attiva alle azioni del 4 e 5 giugno 1944.

Fu sempre una personalità brillante e coraggiosa, che per tutta la vita rimase coerente verso i suoi ideali e che ha combattuto con tutte le sue forze e i suoi mezzi per la Patria.

Queste gesta si associano al ricordo nitido che hanno di lui i suoi parenti paganesi, soprattutto per i segni di riconoscenza ricevuti. Pietro Sessa, infatti, non dimenticò mai le sue origini, anzi continuò ad inviare aiuti, anche economici, alla sua famiglia in Italia, spedendoli da Mosca a Pagani. Inoltre tornò a casa diverse volte in visita durante la sua vita e tenne sempre vivo il legame. Negli ultimi anni parenti stretti del giornalista sono giunti proprio aPagani dall’estero, per riscoprire le loro origini. Egli non dimenticò mai la sua terra e alla sua morte, risalente agli anni Sessanta, a Pagani fu proclamato il lutto cittadino.

Una personalità, quella di Pietro Sessa, da riscoprire e onorare nella nostra cittadina come merita.

TESTIMONIANZA PIETRO SESSA – ASSESSORE COMUNE DI PAGANI

È una bella responsabilità seguire le orme di chi prima di noi ha dato tanto lustro alla nostra città. Portare nome e cognome di Pietro Sessa, mioprozio, mi inorgoglisce e allo stesso tempo mi fa sentire ancora più forte l’impegno che ho assunto. La stessa passione politica scorre nelle nostre vene, un vero e proprio legame di sangue. Lui da giornalista e attivista, io da consiglieri comunale e oggi da assessore del Comune di Pagani, entrambi legati dallo stesso spirito: prestare il nostro servizio a favore della res pubblica. Negli ultimi anni spesso il ricordo del mio avo è ritornato, grazie ai ricordi, le foto di famiglia, ma anche le telefonate dei parenti all’estero. Di lui ho ricordi trasmessimi da mio nonno e mio zio, che mi hanno raccontato delle visite, degli aiuti anche che spediva alla famiglia d’origine, ma anche delle onorificenze al merito ricevute di cui ci notiziava. Un esempio è la pergamena donata dal popolo spagnolo, in cui lo si nominava Commendatore per le sue opere compiute per il bene della popolazione e le tante vite salvate durante la deportazione.

Spero possa essere ricordato dalla nostra città come merita e mi impegnerò in tal senso, con l’intitolazione di una strada o una piazza, perché resti celebre il ricordo della generosa personalità di uno dei cittadini più illustri della nostra Pagani.




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